La donna, collezionista, curatrice, gallerista e talent scout di giovani artisti che ha dato vita alla marina bastianello gallery
Nessuno che la conosca, e che conosca il lavoro appassionato che ha portato avanti negli ultimi dieci anni, è riuscito a trattenersi dall’esclamare un bel “Era ora!” – per citare l’omonima opera di Matteo Attruia – quando, a inizio 2020, la galleria massimodeluca ha cambiato nome e ha preso quello della sua direttrice artistica, anima e motore fin dall’apertura: Marina Bastianello. Così proprio a un passo da quei due anni di stop forzato che tutti abbiamo subìto o accolto (anche a fasi alterne), è “nata” la mbg, marina bastianello gallery. Ma se nemmeno una pandemia è riuscita a fermarla, il futuro suo e del suo progetto non potranno che essere ancora e sempre più fuori dagli schemi, audaci, necessari. Abbiamo incontrato Marina in questa fine d’anno per fare il bilancio di un biennio cruciale, e parlare un po’ di nuovi progetti e dello stato dell’arte della ricerca sul contemporaneo.
L'attività della mbg non si è mai fermata negli ultimi due anni e anzi ha proposto progetti nuovi rispetto alle mostre tradizionali, e in spazi diversi rispetto a quelli della galleria: penso alla Hybrid Tower o il Mercato di San Michele. Come sono state queste esperienze in città?
Sono stati due esperimenti davvero interessanti. L’idea alla base è sempre quella di ripristinare un dialogo diretto ed esplicito tra opera d’arte e fruitore andando a occupare gli spazi della vita quotidiana con forza e visibilità. Queste due mostre si inseriscono in una precisa progettualità che ho deciso di replicare ogni anno. Ho arricchito il mio lavoro di gallerista “tradizionale” con tre eventi annuali, con i quali porto volontariamente l’arte contemporanea al di fuori di quelli che sono gli spazi canonici. Infatti, oltre a mostre e performance all’interno del tessuto urbano, mi sono fatta promotrice di una residenza artistica nei bellissimi spazi di Forte Marghera: In-Edita. Quest’anno la residenza arriva alla sua terza edizione e il bando sarà aperto anche a livello internazionale. Credo che negli ultimi anni si sia dimenticata la funzione sociale che l’arte ha in una comunità. Siamo noi, gli attori del mondo artistico, ad avere il compito di ripristinare il dialogo tra pubblico e opera.
Parlando di rapporto tra arte e comunità e con le sue istituzioni, sei stata da poco nominata all'interno del nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione Bevilacqua La Masa: che apporto intendi dare alla vita di questa storica istituzione culturale?
Devo dire che sono stata davvero felice di questa nomina, credo che questa Istituzione abbia una missione davvero importante all’interno della città di Venezia e non solo. É una realtà storica che ha un preciso valore per i giovani artisti ed è una Fondazione che deve essere capace di interpretare i tempi contemporanei, in modo da diventare punto di riferimento per le nuove generazioni. Ci sono grandi mostre in programma e si respira una grande attenzione al gruppo di giovani artisti in residenza in questo momento.
Passando invece all'ambito del mercato dell'arte contemporanea, dal tuo punto di vista la pandemia e le sue conseguenze hanno modificato gli equilibri tradizionali tra galleria, artista e collezionista?
Devo ammettere che non ho visto un significativo cambio di relazioni in questo ambito, perché nonostante il moltiplicarsi di piattaforme per la vendita e l’esposizione online, avvenuto durante il periodo pandemico, il collezionista ha ancora necessità di vedere l’opera dal vivo. Penso, infatti, che il mondo digitale non potrà mai sostituire la realtà artistica materiale e fisica.

A ottobre 2023 festeggerai 10 anni di attività come gallerista e come vera e propria talent-scout di giovani artisti. In questi anni è cambiato il tuo modo di rapportarti con loro?
Già dieci anni? Mi sembra che sia passato solo qualche mese dall’inizio! Ammetto che non mi sento cambiata, ho ancora l’energia di quando ho iniziato e la stessa voglia di mettermi in discussione. Cerco di innovarmi ogni giorno ed è per questo che dal mese di marzo darò il via a una nuova realtà: il LAMB. Un nuovo spazio espositivo e di ricerca dedicato all’osservazione dei giovani artisti. Questo sarà un modo per avere gli occhi sempre vigili sulla situazione attuale del mondo dell’arte. Ho affidato questo mio progetto a mio figlio Leo De Luca, giovane collezionista e appassionato d’arte, e al giovane curatore Alessio Vigni. Sono davvero molto fiduciosa per questa nuova realtà.
C'è un progetto di questi 10 anni a cui sei particolarmente affezionata? E qual è il progetto che non hai ancora realizzato e a cui vorresti lavorare?
Sono legata a tutti i progetti che ho realizzato, ma se ne devo scegliere uno ti dico In-Edita. La residenza artistica è davvero uno strumento che ritengo di fondamentale importanza, ha una funzione di supporto per le nuove generazioni di artisti e di osservazione su quello che accade nel mondo contemporaneo artistico.
Il progetto che non ho ancora realizzato è per adesso solo un sogno, ma che spero si concretizzi presto. Vorrei acquistare un palazzo storico e dedicarlo totalmente all’arte. I vari piani ospiterebbero spazi espositivi, atelier e una residenza artistica. Sarebbe un edificio in cui l’arte si espone, si crea e si studia.
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