Per quattro giorni Basilea pullulava di gallerie, artisti emergenti, design, grandi installazioni e fotografie. Vi raccontiamo com’è stato
La mia prima volta ad Art Basel rientra sicuramente tra le esperienze da ricordare: non ho un metro di paragone con gli anni precedenti, ma la prima impressione che ho avuto è stata quella di una fiera tornata a pieno regime.
Art Basel è una delle fiere d’arte contemporanea più antiche e importanti al mondo, si tiene ogni anno a giugno (salvo per l’eccezione settembrina del 2021 a causa della pandemia) e vede riunirsi a Basilea tutto il meglio che il mercato mondiale può offrire, in un periodo davvero ricco per gli addetti del settore che parte dalla Biennale di Venezia fino a Tefaf a Maastricht passando per il Salone del Mobile a Milano, Documenta a Kassel e Brafa a Bruxelles.

Per tre giorni, dal 16 al 19 giugno, il pubblico ha potuto visitare a Messeplatz (centro nevralgico della manifestazione) 289 gallerie, tra cui 19 alla prima partecipazione, provenienti da 40 Paesi e divise in 7 sezioni, e 70 installazioni di grandi dimensioni nella sezione Unlimited. Disseminati per la città ci sono stati invece 21 progetti site-specific pensati per la sezione Parcours, che hanno invitato il pubblico a passeggiare per Basilea come in una sorta di caccia al tesoro. E poi tanti appuntamenti collaterali come Design Miami / Basel, Liste Art Fair e Photo Basel, solo per citarne alcuni.
Ma andiamo con ordine e percorriamo le varie tappe di questa imponente manifestazione.
Art Basel
Prima di entrare, Art Basel accoglieva i visitatori sulla piazza di fronte alla fiera con un’installazione di Lawrence Weiner, il grande artista concettuale americano scomparso lo scorso dicembre, intitolata “Out of Sight” che invitava il pubblico a pensare positivamente.
Una volta entrati, visitare i due piani della fiera diretta da Marc Spiegler richiedeva tempo e attenzione, ma passeggiando tra gli stand si respirava aria di entusiasmo: “La fiera di quest’anno è stata particolarmente speciale sotto molti aspetti – raccontano Monika Sprüth e Philomene Magers di Sprüth Magers (Berlin, London, Los Angeles, Hong Kong) – Ci siamo riconnessi con collezionisti e curatori internazionali che non vedevamo da molto tempo. L’atmosfera è stata elettrizzante e abbiamo avuto la sensazione che tutti, noi compresi, apprezzassero molto di più questi incontri di persona.”
Dello stesso avviso è stato anche Thiago Gomide di Gomide&Co (São Paulo): “È stato fantastico tornare ad Art Basel, una fiera in cui ci impegnamo sempre per mostrare il meglio dei nostri artisti. L’atmosfera della fiera è stata fantastica: tutti sembravano entusiasti di essere qui. Il programma di quest’anno si è rivelato rinfrescante e pertinente per quanto riguarda l’attuale scena dell’arte contemporanea.”

Imperdibile al piano terra la sezione Unlimited, curata da Giovanni Carmine, Direttore della Kunst Halle Sankt Gallen, che ha presentato 70 installazioni su larga scala, da sculture monumentali a dipinti murali, da serie fotografiche a videoproiezioni. Quest’anno la sezione rappresentava una riflessione sull’epoca contraddittoria in cui viviamo con un coro di artisti che hanno cantato in segno di protesta contro l’isolamento, la solitudine e l’indifferenza, tra cui: Barthélémy Toguo con un’installazione di 45 pannelli in legno, presentata da Galerie Lelong & Co.; Francesca Leone con “Si può illuminare un cielo melmoso e nero?” (2020), presentato da Magazzino; Theaster Gates con l’installazione “Hardware Store Painting” (2020/2022), presentata da Gray; e Francis Alys con la serie di 23 dipinti “Border Barriers Typology: Cases #1 to #23” (2019-2021), presentata da Peter Kilchmann.

Art Basel si snodava poi in tutta la città con Parcours, la sezione dal tema “How to Grow in Times of Change” e curata da Samuel Leuenberger, fondatore dello spazio espositivo SALTS a Birsfelden e Country SALTS a Bennwil, che ha presentato 21 installazioni site-specific in spazi pubblici e privati. “I progetti artistici attingono a una gamma di media e metodi per considerare cosa significhi rispondere alle sfide centrali dei nostri tempi e prevedere nuovi comportamenti e modi di relazionarsi l’uno con l’altro. Alcuni degli artisti assumono il ruolo di investigatori per esporre verità nascoste; altri agiscono come guide, mediatori e provocatori nei loro sforzi per coinvolgere un pubblico più ampio”, ha raccontato il curatore.
Tra le installazioni da segnalare ci sono “Tabula Rasa” di Bosco Sodi (l’artista messicano che è attualmente presente a Palazzo Vendramin Grimani a Venezia, ne abbiamo parlato qui), un progetto sui ritmi ciclici della natura, della vita e dell’universo. Sulla pavimentazione esterna dell’Historisches Museum, Sodi ha posizionato 365 sfere di argilla non cotta che rappresentavano i giorni dell’anno e che contenevano all’interno un seme di mais: l’artista ha invitato i visitatori a portare a casa una di queste sfere e piantarla, iniziando così un nuovo ciclo di crescita. Sulle pareti esterne, invece, sono stati appesi 28 sacchi, usati originariamente in Messico per trasportare il peperoncino, dipinti con un’astratta rappresentazione del sole e della luna, che si riferivano così alle 28 fasi lunari.
Poco distante, al Standtcasino, imperdibile l’installazione “A Song of Silence” di Muhannad Shono (artista che quest’anno rappresenta l’Arabia Saudita alla Biennale di Venezia) composta da corde e 400 steli di palma dipinti di nero, che rappresentavano la tromba suonata dall’arcangelo Israfel.


Liste Art Fair
Vicinissimo ad Art Basel si è svolta Liste Art Fair, la fiera nata nel 1996 che dedica ogni anno spazio alla giovane arte internazionale: 87 gallerie, 20 delle quali selezionate per la prima volta, provenienti da 37 paesi, hanno presentato le opere di 111 artisti. Quello che ha colpito (e ha funzionato) è stata la struttura circolare della fiera, progettata già lo scorso anno dallo studio OFFICE Kersten Geers David Van Severen i.c.w. Richard Venlet, che ha aiutato i visitatori a non perdersi neanche una galleria.
Tra gli “special guests” selezionati da Liste, segnalo “I Never Read, Bookshop” che ha presentato una selezione di libri d’arte e d’artista, tra gli altri oggetti, degli artisti delle gallerie espositrici: un modo originale per stimolare un discorso democratico e liberale nella nostra società.
Design Miami / Basel
Ha lasciato senza parole l’installazione interattiva “Pulse Topology” dell’artista Rafael Lozano-Hemmer che ha accolto i visitatori all’ingresso da Messeplatz: composta da 6000 lampadine sospese a diverse altezze, sembrava un cielo stellato sotto il quale il visitatore era invitato a camminare. Alcuni sensori inoltre rilevavano e trasmettevano il battito cardiaco dei visitatori e ogni lampadina brillava al ritmo di ogni partecipante.
Si saliva poi al piano superiore per visitare Design Miami / Basel, quest’anno curata da Maria Cristina Didero, che ha proposto il tema “The Golden Age” per le 34 gallerie presenti nella main section e le 18 in “Curios”. Per la prima volta a Basilea è stata inoltre presentata la mostra “Podium” e una serie di progetti satelliti interessanti. Una curiosità? I pezzi della mostra “Podium” sono in vendita online su designmiami.com.
Photo Basel
L’unica fiera in Svizzera dedicata alla fotografia, Photo Basel, diretta da Sonia Voss, ha presentato il meglio della fotografia internazionale con 40 gallerie e 550 opere di 130 artisti diversi. Tra i progetti speciali, la fiera ha presentato un omaggio ad Anita Neugebauer (1916 – 2012) che ha fondato la sua galleria “Photo Art Basilea” nel 1976 e fu una delle prime, se non la prima, esclusivamente dedicata alla fotografia.
Non mancavano quindi gli eventi e le mostre da vedere a Basilea a metà giugno. Per non perdere il ritmo, sono state già annunciate le date dell’edizione 2023 di Art Basel, che si terrà dal 15 al 18 giugno: sarà però preceduta dalle “sorelle” Art Basel Hong Kong a marzo 2023, da Art Basel Miami dall’1 al 3 dicembre 2022 e dalla nuova Art Basel Paris dal 20 al 23 ottobre 2022.
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