Il mondo visto attraverso gli occhi di Sabine Weiss

Alla Casa dei Tre Oci a Venezia “La Poesia dell’Istante”, la più ampia e imperdibile retrospettiva mai realizzata finora dedicata alla fotografa. 
Una bambina felice che apre le braccia verso la mamma dopo essere stata ritrovata nella sezione “Lost & Found” di una stazione dei treni. Bambini che corrono in un villaggio di pescatori in Portogallo. Ritratti di artiste, attrici e gitane. E poi fotografie di moda, scattate da Dior o per Vogue. Queste sono solo alcune delle 200 fotografie che si possono ammirare nella mostra “La Poesia dell’Istante”, curata da Virginie Chardin, aperta al pubblico alla Casa dei Tre Oci a Venezia fino al 23 ottobre 2022 (prorogata fino all’1 novembre).
“La Poesia dell’Istante” è un omaggio a Sabine Weiss, tra le maggiori rappresentanti della fotografia umanista francese, a cui viene dedicata per la prima volta la più ampia retrospettiva mai realizzata finora. Sabine Weiss è stata infatti l’unica fotografa donna del dopoguerra ad aver esercitato questa professione così a lungo e in tutti i campi della fotografia – dai reportage ai ritratti di artisti, dalla moda agli scatti di strada con particolare attenzione ai volti dei bambini, fino ai numerosi viaggi per il mondo.

Quello alla Casa dei Tre Oci è un percorso coinvolgente, che permette di ripercorrere sala dopo sala il lavoro della fotografa, dagli esordi nel 1935 agli anni 2000, grazie anche alle numerose pubblicazioni e riviste esposte in mostra.

1954. Moderno villaggio di pescatori. Olhao, Portogallo © Sabine Weiss

«Per essere potente, una fotografia deve parlarci di un aspetto della condizione umana, farci sentire l’emozione che il fotografo ha provato di fronte al suo soggetto», ha dichiarato la stessa Weiss, che ha partecipato attivamente alla costruzione di questa mostra, aprendo i suoi archivi personali, conservati a Parigi, per raccontare al pubblico la sua straordinaria storia. E guardando le sue fotografie, specialmente quelle che ritraggono i bambini, si percepisce chiaramente la sua emozione nello scattare: sono sguardi che ti penetrano dentro, che ti fanno tornare bambino. È proprio questo il bello del lavoro di Sabine Weiss: sembra che non ci siano barriere tra lei e i soggetti che immortala, facendo così emergere in maniera dirompente le emozioni e i sentimenti.

 Una sezione del percorso è inoltre dedicata ai suoi ritratti di pittori, scultori, attori e musicisti: sulle pareti dello spazio espositivo non mancano quindi personalità come Robert Rauschenberg, André Breton, Alberto Giacometti, Niki de Saint-Phalle, Anna Karina, Françoise Sagan, Romy Schneider, Ella Fitzgerald, Simone Signoret, Brigitte Bardot. 

1955. Moda per Vogue, Francia © Sabine Weiss

E poi la tanto sognata America, raggiunta insieme al marito Hugh nel 1955, immortalata in ogni suo dettaglio, dal Bronx ad Harlem, da Chinatown alla Ninth Avenue: sono scatti, pubblicati dal “New York Times” ed esposti qui per la prima volta in Italia, che raccontano l’America da un punto di vista francese. Non mancano inoltre le fotografie dei suoi numerosi viaggi nell’Isola di Réunion, in Portogallo, India, Birmania, Bulgaria, Giappone, Polonia ed Egitto.

Nel catalogo della mostra la curatrice Virginie Chardin sottolinea che «ciò che colpisce lo spettatore è la sensazione di isolamento e a volte di tenera tristezza che queste fotografie tarde emanano, in cui bambini e anziani sono accomunati dalla loro fragilità. Una melancolia e qualche volta cupa austerità emergono da queste immagini, in contrasto con la personalità vivace e giocosa della fotografa, sulla quale il tempo sembra non avere presa». Di certo ciò che rimane al visitatore al termine della visita è l’incanto, quello che lasciano solo le mostre più belle.

1950. Porte de Saint-Cloud, Parigi, Francia © Sabine Weiss
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Francesca De Pra
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