In Piazza Bottesini a Torino il progetto di arte urbana ideato da Alessandro Bulgini in collaborazione con Associazione Flashback, curato da Jón Gnarr
Far uscire l’arte dagli spazi istituzionali e connetterla con la vita di tutti i giorni: Opera Viva Barriera di Milano, Il Manifesto anche quest’anno ha raggiunto il suo obiettivo.
Creato nel 2015 dal poliedrico artista Alessandro Bulgini in collaborazione con Associazione Flashback, il progetto coinvolge artisti nazionali ed internazionali. A loro il compito di interpretare uno spazio pubblicitario di 6 metri per 3 in uno dei quartieri più vivaci e ricchi di diversità culturali di Torino.
Otto i manifesti che si sono alternati durante quest’edizione, dedicata all’arte islandese, la cui curatela è stata affidata a Jòn Gnarr.
Bulgini, che a Barriera di Milano ci vive, è figlio di un ex velista, e ha da sempre un fortissimo legame con il mare. Il termine opera viva, in gergo nautico è infatti la parte sommersa dello scafo.
Ad animare la sua attività artistica il forte desiderio di voler mettere al centro ciò che è stato dimenticato. Far emergere ciò che è sommerso ed invisibile, come le periferie appunto, intese sia dal punto di vista mentale che fisico.
Ecco che allora la rotonda di piazza Bottesini a Torino diventa il palcoscenico perfetto per accogliere opere d’arte che si connettono alla vita quotidiana della comunità. Uno strumento utile per incoraggiare ad osservare ciò che è periferico, apparentemente distante e marginale.

Il nuovo curatore: Jòn Gnarr
L’ottava edizione di Opera Viva Barriera di Milano, Il Manifesto è stata curata dall’artista ed ex sindaco di Reykjavík Jòn Gnarr.
Suo il manifesto Last Supper (Ultima Cena) che tra settembre e ottobre ha incuriosito chiunque si trovasse a passare vicino alla rotonda di piazza Bottesini. La fotografia, tratta da una mostra che l’artista ha tenuto in Islanda nel 2003 intitolata INRI in omaggio alle stazioni della Via Crucis che si vedono nelle chiese cattoliche, raffigurava tredici pupazzi. Ispirati alla serie televisiva a cartoni animati degli anni Novanta Action Man, erano ritratti seduti attorno ad un tavolo in posizioni che richiamavano l’iconografia classica de L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci.
«Sono un cattolico non praticante – ha commentato Gnarr – a volte dico alle persone che sono un cattolico in recupero o un cristiano in recupero. Anche se non credo, ho un grande rispetto per il cristianesimo e per la sua influenza sulla storia, la filosofia e la civiltà occidentale».
L’ottava edizione
Prima di Gnarr, altri sei affermati artisti islandesi hanno interpretato lo spazio pubblicitario nel quartiere torinese.
A maggio, a dare il via all’ottava edizione è stato il famoso fumettista Hugleikur Dagsson con l’immediatezza delle tre parole “What just Happened?” che campeggiavano sul suo manifesto dal fondo giallo. Una sorta di esorcismo contro le insidie del perbenismo e del politically correct che ha fatto spazio, nel mese di giugno, alla riflessione sul senso di indipendenza e sovranità provocata da Smartphone Sovereignty, l’opera dell’enfant terrible della scena artistica islandese Snorri Ásmundsson.
È poi stato il turno di Il Tuo Paese Non esiste (Your Country Doesn’t Exist) del duo artistico Libia Castro e Ólafur Ólafsson che dal 2003 si interroga sulla percezione, costruzione, concezione e rappresentazione dello Stato-nazione.
Con Be my Guest invece, Elsa Yeoman ha voluto sottolineare la centralità e l’importanza del cibo nella sua attività artistica e nella vita quotidiana di tutti noi.
Un inno alla gioia di vivere e alla comunicazione creativa Fuzzy Smile di Shoplifter che ha rappresentato l’Islanda alla Bienanle d’Arte di Venezia nel 2019.
Ha giocato ironicamente a nascondersi dove non riusciva a farlo Frosti Gnarr, figlio di Jòn, che con il suo manifesto Hide or seek ha voluto creare una porta di accesso tra l’Islanda e Torino.



Cuore e Passione
L’ultimo manifesto dell’ottava edizione di Opera Viva è firmato dall’artista e ideatore del progetto Alessandro Bulgini.
Fino al 15 novembre in Piazza Bottesini una scritta su sfondo rosso fuoco ci invita ad interrogarci sulla vita, celebrando il cuore che batte e la passione che ci anima. Contemporaneamente, ci spinge ad esorcizzare la paura – di origine novecentesca – della fine del mondo.
«Ultimamente – ha dichiarato Bulgini – alcuni minacciano, ancora e noiosamente, di premere “il pulsante” definitivo. Per questo, e come risposta, ho deciso di fornirne io uno a tutti. In alternativa il mio è un far riferimento alla necessità di un battere potente nel petto come risorsa adeguata alla stupidità delle aggressioni attuali e come impegno emotivo nella costruzione di nuove e migliori prospettive».
Il potere evocativo di una sola – potentissima – parola si connette così al tema di quest’anno della fiera Flashback, l’arte è tutta contemporanea, in programma sempre a Torino dal 3 al 6 novembre.
La decima edizione – he.art. – è infatti dedicata alla passione, al cuore pulsante e al circolare delle idee e delle intenzioni, dal centro alle periferie.
Nella nuova sede in corso Giovanni Lanza 75 sarà possibile ritrovare, in un’installazione site-specific, tutti i manifesti esposti quest’anno.

LINK
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- Opera Viva: quando l’arte scende in strada - Novembre 1, 2022