Oggi inaugura a Torino Flashback Art Fair nella nuovissima sede Flashback Habitat in Corso Giovanni Lanza 75.
Una grande novità per festeggiare i 10 anni di un sogno diventato realtà, portato avanti con determinazione e una straordinaria energia da Ginevra Pucci e Stefania Poddighe. Noi le abbiamo incontrate e ci siamo fatte raccontare il loro progetto.
Come vi siete conosciute e quando avete deciso di fondare Flashback?
SP: Ci siamo conosciute nel 2008, quando Ginevra si è trasferita a Torino.
Siamo state prima colleghe, poi socie e poi amiche… A dire il vero non so neanche più cosa è venuto prima!
Abbiamo cominciato a lavorare insieme perché organizzavamo fiere d’arte per altre persone. Poi ad un certo punto, abbiamo avuto un’idea, ovvero di realizzare un progetto tutto nostro: ci siamo confrontate moltissimo e alla fine abbiamo fondato Flashback. L’arte è tutta contemporanea nel 2013. Ricordo che, chiuse nel “Bar Luigi” nel quartiere Barriera di Milano, abbiamo iniziato a sognare, immaginare, studiare… e da lì abbiamo realizzato giorno dopo giorno il nostro sogno. Prima abbiamo dato vita all’Associazione Flashback, mentre la prima edizione di Flashback Art Fair è stata a novembre nel 2013.
Che cos'è Flashback?
GP: Come ha detto Stefania, Flashback è un sogno.
È un progetto in cui ci siamo buttate a capofitto, forse come due scriteriate! Ma poi non è stato così. In primo luogo siamo due innamorate dell’arte e quindi abbiamo deciso di focalizzare questa nostra passione in un progetto culturale concreto ed economicamente sostenibile.
Avendo sempre lavorato con l’arte moderna, antica e contemporanea, possiamo dire che il nostro amore per l’arte è senza tempo. Perciò abbiamo deciso di dare questo nome al progetto: Flashback, ovvero l’idea di portare il passato nel presente.
Cambiare la fruizione delle opere d’arte è una necessità condivisa da molti perché siamo una nazione piena di cose meravigliose, ma spesso fruite in modo un po’ antiquato. Al nome Flashback, inventato da Stefania, io ho aggiunto la famosa frase di De Dominicis “L’arte è tutta contemporanea” perché era perfetta per quello che stavamo cercando di raccontare.

Quante persone fanno ora parte della vostra squadra?
GP: Innanzitutto Alessandro Bulgini, con noi fin dall’inizio, che da quest’anno è il direttore artistico della nostra nuova sede, Flashback Habitat. E poi ci sono tante persone che hanno concorso negli anni portando il loro contributo. Ora abbiamo due ragazze bravissime: Valentina Durante, che segue la parte di visual communication, e Michela Monaco che ha più un ruolo organizzativo (se vogliamo identificarle con delle macro categorie!), ma poi entrambe in realtà si occupano, come noi, un po’ di tutto.
SP: E poi abbiamo un architetto che ha creduto nel nostro sogno fin dalla prima edizione, Carlo Alberto de Laugier, e che ha lasciato il segno in ogni singola edizione di Flashback Art Fair. Carlo Alberto è ancora con noi in questa grandissima avventura!
GP: Poi ci sono altre persone importanti che ad anni alterni sono andate e poi tornate, come il nostro ufficio stampa che ci ha seguito i primi tre anni, poi le nostre strade si sono separate e poi reincontrate; ci sono state entrambe le nostre sorelle, che sono state cooptate nel progetto – a volte forzatamente a volte volontariamente! – e ognuna di loro ha dato un contributo importante.
Forse la caratteristica principale di chi ha collaborato con noi è che tutti si sono sentiti coinvolti in prima persona nel progetto e sono stati presi dall’entusiasmo che ci ha portato avanti in tutti questi anni, e quindi il contributo di queste persone ha lasciato il segno.

Quest'anno il progetto compie dieci anni...complimenti! Se doveste identificarne i punti di forza e di debolezza, cosa mi direste?
SP: Il punto di forza principale è secondo me una crescita costante. Anno dopo anno abbiamo costruito qualcosa in più senza grossi strappi, sia con il nostro team, sia con i nostri espositori e i nostri partner. Flashback Art Fair è un progetto condiviso di cui i nostri espositori sono i più grandi promotori, soprattutto coloro che ci seguono fin dalla prima edizione.
Forse la nostra idea, non solo l’energia e l’entusiasmo, è stata vincente: il nostro è un format del tutto innovativo e non esiste in Italia un progetto simile.
GP: I lati negativi? La nostra mania di controllo forse è il nostro lato più difficile. Le sorprese più belle sono arrivate proprio quando siamo riuscite a lasciar andare. Voler tenere sempre tutto sotto controllo crea rigidità e poca flessibilità all’interno del gruppo di lavoro.
Cosa ci aspettiamo da questa decima edizione di Flashback Art Fair?
SP: La novità più grande è la nuova (meravigliosa!) sede, che, oltre ad ospitare la fiera, sarà un vero e proprio grande hub culturale, grazie allo strumento urbanistico dell’uso temporaneo deliberato dal Comune di Torino e all’accordo che l’Associazione Flashback ha stipulato con il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti.
GP: Quest’anno è il 10, ma leva pure lo 0 perchè è in realtà il numero 1.
Ri-nasciamo come qualcosa di nuovo. La nostra Associazione ha sempre svolto attività durante tutto l’anno ma senza avere una sede fisica, invece dal 2022 abbiamo uno spazio di 11 mila metri quadri da far vivere tutto l’anno. Anche solo avere la possibilità di fare delle cose in uno spazio del genere è entusiasmante! La fiera è solo l’inizio, poi ci saranno tanti altri momenti nel corso di tutto il 2023.

Cos'ha Flashback Art Fair che la rende unica nel panorama delle fiere a Torino e in Italia?
GP: Flashback Art Fair è in assoluto l’unica fiera a livello internazionale che non rientra nel format ripetitivo del padiglione fieristico. Questa rottura degli schemi è stata realizzata solo da fiere di arte contemporanea, penso ad esempio a Liste a Basilea. Noi invece presentiamo una fiera che si occupa di arte storicizzata, e far vivere le opere di arte antica in spazi dimenticati e recuperati è una cosa che non ha mai fatto nessuno. Non è semplice: le dinamiche e le necessità sono molto diverse rispetto a quelle dell’arte contemporanea, ed esserci riuscite è per noi incredibile. La scorsa edizione in particolare, tenutasi all’antica Caserma Dogali, ha suscitato grandissimo interesse sia nei collezionisti che nei visitatori.
Voi siete sempre molto attente al visual di ogni edizione. Com'è nata l'immagine di quest'anno?
GP: Proprio perchè quest’anno sono i 10 anni abbiamo deciso di chiudere un cerchio e avere un nuovo inizio, anche in relazione al nuovo ruolo di Alessandro Bulgini come art director di Flashback Habitat.
Alessandro ci ha regalato “Opera Viva – he.art”, un’immagine del suo cuore, un lavoro artistico nato dalla sua esperienza personale. L’opera è segno di rinascita: il cuore è infatti quell’organo che pulsando pompa linfa in tutte le parti periferiche del corpo. Questo rispecchia l’idea di cosa vuole essere Flashback: un progetto che porta energia anche in quei luoghi, posti e opere, dimenticati e trascurati, attraverso la forza della passione e la vitalità dell’arte.
Valentina Durante, la nostra visual designer, ha poi rielaborato l’opera di Alessandro per creare l’immagine grafica della X edizione di Flashback Art Fair.

Che cos'è Flashback Habitat?
GP: Flashback Habitat è un ecosistema per le culture contemporanee, un hub culturale trasversale, non strettamente legato all’arte visiva, ma anche alla musica, al teatro, alla danza, e vedrà Bulgini come direttore artistico.
Il progetto Habitat quindi sarà molto accogliente e inclusivo, ciò che l’Associazione Flashback ha sempre cercato di fare sia con l’arte antica in occasione di Flashback Art Fair, sia con il lavoro nelle periferie che Alessandro ha sempre portato avanti nel suo ruolo di artista e curatore.
SP: Con Flashback Habitat e la decisione di avere una nuova sede fisica stabile, abbiamo deciso di allargare ancora di più l’orizzonte di Flashback che è molto più che una fiera, è un progetto culturale a tutto tondo.
Il nostro sogno che si avvera, ogni anno un po’ di più.
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