Commenti a caldo su Artissima. Elisabetta Roncati 

Elisabetta Roncati, esperta di comunicazione digitale, è la seconda professionista a cui abbiamo chiesto di esprimere un parere sulla fiera torinese

Mentre visitavo la fiera, riflettevo sul fatto che tutti i visitatori di Artissima hanno in mano un cellulare e continuano a scattare foto a tutto quello che osservano. Assistiamo a una selezione di opere, scorci e momenti immortalati che ritroviamo poi sulle storie di Instagram. Sembrano quasi delle wishlists immaginarie che ognuno di noi crea sul proprio profilo. Triste, riduttivo, utile? Non lo so, sicuramente anche questo è un nuovo modo di diffondere e divulgare l’arte.

La comunicazione sta cambiando rapidamente anche in questo settore, cambiano le modalità e cambiano i ruoli lavorativi collegati. È impossibile negarlo, oggi assistiamo alla presenza di un mondo digitale parallelo che corre e si intreccia in continuazione con quello fisico.
Mentre stavo ragionando tra me e me su queste tematiche, vedo Elisabetta: chi meglio di lei mi può raccontare il mondo della comunicazione oggi?

Iniziamo.


Genovese di nascita, milanese d’adozione, Elisabetta Roncati, nel 2018 ha fondato il marchio registrato Art Nomade Milan, con cui si occupa di divulgazione digitale sui principali social media (@artnomademilan). Collabora con numerose testate giornalistiche di settore e porta avanti moltissime attività di consulenza e curatela con specializzazione in arte extraeuropea, in particolare modo africana ed islamica. 

Non perdo tempo e la incalzo subito con qualche domanda sulla Fiera.

Elisabetta Roncati

Cosa ne pensi di Artissima 2022 in termini di comunicazione, considerato anche il cambio di direzione artistica?

Da professionista in ambito di comunicazione digitale ho notato con piacere una maggior apertura di Fondazione Torino Musei soprattutto nei confronti del panorama dei social media. Ad esempio si è dato spazio ad un’iniziativa estremamente interessante in tal senso ideata da uno dei partner storici dell’appuntamento fieristico torinese: Il Giornale dell’Arte. 

Anche analizzando il programma dei talk ho fortemente apprezzato l’ampio volano di tematiche su cui si è scelto di focalizzarsi, la presenza di discussioni in lingua inglese, la varietà in termini di professionalità ed esperienza dei singoli partecipanti e l’avvicendarsi di diversi moderatori. 

Mi auguro davvero che questo sia il primo passo in tal senso e che le future edizioni possano sfruttare in maniera ancora più marcata le ampie possibilità offerte dal ricorso ai social media.

Highlights di Artissima 2022?

Passando all’analisi dell’offerta espositiva ho apprezzato l’abbondante presenza di gallerie straniere e il focus sull’Iran, vista anche la recentissima e drammatica situazione socio-politica che il Paese in questione sta attraversando. Rimanendo sempre in ambito extraeuropeo cito lo stand di Catinca Tabacaru, interessante realtà che opera tra Bucarest e Harare, che ha portato gli artisti Rachel Monosov e Terrence Musekiwa, e il solo show di Mia Chaplin proposto dalla sudafricana WHATIFTHEWORLD. 

Venendo al Belpaese notevolissimi, a mio giudizio, i lavori da Mazzoli: innamorata delle opere di Mimmo Paladino, Alessandro Sciaraffa e Gabriele Silli. Un plauso anche alla galleria Clima e  a Lia Rumma.

Guardando all’Europa sarebbero molte le ottime proposte da elencare, ma concludo con le opere di Eleanor Antin dalla Richard Saltoun. 

Felice inoltre che si continui a portare avanti il progetto della sezione dedicata al designo, unica fiera d’arte italiana ad averla inserita, dove si è sicuramente distinto Eugenio Tibaldi, rappresentato dalla Galleria Di Marino.

Per quanto riguarda invece i progetti esterni magnifico il coinvolgimento dei più piccolini con Artissima Junior 2022, grazie all’ausilio dell’artista Giovanni Ozzola, rappresentato da Galleria Continua. 

 
Mia Chaplin, BREATHING UNDERWATER. Foto © Hayden Phipps

Un lato negativo di quest'ultima edizione?

Forse non ho scorto opere che davvero mi levassero il fiato, il cosiddetto “effetto wow”, complice probabilmente anche l’abbondanza delle mostre mercato internazionali delle settimane passate. Altro aspetto è sicuramente il lay out dell’intera esposizione che, secondo me, ha ancora abbondanti margini di miglioramento.

 

La ringrazio e vado in cerca della mia ultima “vittima”. Ci sto prendendo gusto. 

 
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Alessio Vigni
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