Commenti a caldo su Artissima. Nicolas Ballario

Nicolas Ballario, giornalista, autore e conduttore radio-TV, ci ha parlato di Artissima e delle mostre più interessanti appena inaugurate a Torino 

Domenica 6 novembre, ultimo giorno di fiera. Mancano ormai poche ore e anche questa edizione sarà giunta al termine. 

Nei corridoi dell’Oval in questi momenti si percepiscono sensazioni diverse: volti soddisfatti per le vendite avvenute; smorfie di rammarico di chi pensa “andrà meglio l’anno prossimo”; sguardi concentrati di chi si organizza mentalmente per disallestire nel minor tempo possibile per evitare la coda all’uscita o di chi prova invece a chiudere le ultime trattative. 

Mi dirigo verso il bar della fiera, è lì che mi ha dato appuntamento Nicolas. 

Mi attende seduto a un tavolo con due birre, mi fa cenno di sedermi, brindiamo con i due bicchieri di plastica e iniziamo. 

Nicolas Ballario, classe 1984, si occupa di arte contemporanea applicata ai media. I suoi natali professionali sono nella factory di Oliviero Toscani “La Sterpaia”, della quale è stato responsabile culturale. Ha sviluppato moltissimi progetti editoriali, applicando il metodo dei cataloghi d’arte a volumi apparentemente molto lontani. Attualmente è autore e conduttore dei programmi di arte contemporanea di Radio Uno Rai, collabora con i magazine Rolling Stone, Living del Corriere della Sera e Il Giornale dell’Arte; inoltre, è alla guida su Sky Arte delle trasmissioni “The Square” e “Italia Contemporanea”.
Il magazine Artribune lo ha inserito nel ‘Best of’ delle eccellenze del mondo dell’arte per due anni consecutivi: nel 2019 per la radio e nel 2020 per i progetti televisivi.

Nicolas Ballario, per gentile concessione dell'autore

Allora Nicolas, come sono andati questi giorni a Torino per Artissima?

Artissima è un luogo che ti fa perdere la voce per tanti motivi diversi. 

Il primo è climatico, purtroppo, e questo ci deve far preoccupare, faceva un caldo tremendo il giorno e un freddo pungente di notte. E dico la notte, perché Artissima è un luogo che si vive anche di notte, quando chiude. Questo perché la fiera è un attivatore della città di Torino, una città che è a misura d’uomo, a misura d’incontro. 

La settimana di Artissima è veramente la celebrazione dell’incontro, ma non sto parlando di quello mondano e “fuffoso” degli addetti ai lavori, mi riferisco invece a quello del pubblico. Artissima mi sembra sempre di più un luogo d’incontro, dove tutti possono parlare con tutti. Mi piace che ci sia gente che magari si confonde, pensa di chiedere dei prezzi per un quadro che costa pochissimo e invece poi scopre che sono opere che costano 70.000 o 800.000€, ed è bello che tutti possano avere accesso a queste informazioni.

Di Artissima cosa ne pensi? Giudizio positivo o negativo?

Quest’anno la fiera era bella, internazionale. Si conferma l’appuntamento, con la A maiuscola, dell’arte contemporanea in Italia. Tra le tante cose che ho visto, se ne devo citare una è sicuramente il progetto Artissima Junior con Giovanni Ozzola, che insieme a un gruppo di bambini hanno creato una costellazione variopinta, lanciando tanti palloni ricoperti di vernice. Un’opera finale che è l’esaltazione dell’individuo e dell’incontro. E poi il livello delle gallerie selezionate era molto buono.
Nel complesso il mio è sicuramente un giudizio più che positivo.

Questa è stata una settimana ricca di eventi e di inaugurazioni. Hai qualche consiglio da darci?

Tra le cose in città, che sono state tantissime, sicuramente devo citare la Pinacoteca Agnelli, che finalmente ha trovato un’anima. In quello che è ormai un “Parco dell’arte” ci sono delle mostre bellissime. Altra tappa da non perdere è sicuramente la Fondazione Sandretto con la mostra personale Eyelids, Towards Evening che raccoglie venti opere realizzate da Victor Man nel corso degli ultimi dieci anni. Un’esposizione molto toccante, molto intima, come intima e avvolgente è l’installazione di Arthur Jafa alle OGR, un mare che ti ipnotizza e ti immobilizza nell’oscurità dello spazio. 

Torino è davvero un luogo a “misura d’incontro” e poi la notte si esce, si va alle feste e si torna stanchi e con questa voce calante. 

Effettivamente Nicolas mi parla con una voce fioca e sincera, che è sicuramente la testimonianza di una grande serata torinese.

Finiamo le due birre e ordiniamo un altro giro. 

Con quest’ultima chiacchierata finisce la mia esperienza ad Artissima.
Avrei potuto parlare con molti altri e raccontarvi altre storie, ma questa volta mi accontento così. Nei prossimi mesi gli appuntamenti saranno molti e il pubblico aspetta con ansia anche le fiere del nuovo anno. Vedremo chi incontreremo lì.

SUPERFLEX, It Is Not The End Of The World, 2019. Foto © Sebastiano Pellion di Persano
Nan Goldin, Pinacoteca Agnelli, Torino. Foto © Sebastiano Pellion di Persano
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Alessio Vigni
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