Il corpo come specchio delle contraddizioni sociali e politiche. La personale dell’artista croato a Palazzo d’Accursio a Bologna
Che sia la narrazione degli orrori della cronaca, che sia la rappresentazione della mercificazione dei valori o dell’annichilimento dell’identità, Slaven Tolj da voce alle contraddizioni sociali e politiche del contemporaneo operando una sintesi del reale che attraverso il corpo, a volte strumento, a volte diario, si fa monito.
Fino al 5 marzo, le Collezioni Comunali d’Arte di Palazzo d’Accursio a Bologna ospitano la personale di Slaven Tolj Craquelure. Pavo and me curata da Daniele Capra, compendio del lavoro dell’artista a partire dai suoi esordi alla fine degli anni Ottanta, fino alle opere recenti contraddistinte dalla malattia. Il percorso, costituito da una quindicina di opere e dalla performance Bologna, February 2023 realizzata appositamente per il museo bolognese, è un racconto intimo caratterizzato dalle vicende personali ed eventi che hanno segnato la vita dell’artista come la dissoluzione della Jugoslavia o la morte del fotografo e amico Pavo Urban, che l’artista ricorda esponendone due fotografie.

“L’opera è, nella poetica di Tolj, un elemento di mediazione e relazione tra l’artista, il suo corpo e il contesto in cui si è generata. Attraverso la propria presenza, ad azioni minimali condotte con il proprio corpo, a spostamenti di piccoli oggetti, Tolj mette in luce le fessure e le scorticature che la vita e la storia causano sul tessuto della nostra esistenza, come la craquelure che si produce sulla superficie dei dipinti a olio col passare degli anni. Senza retorica, con un linguaggio scarno e necessario, l’artista interroga l’osservatore e lo investe di un’intensa carica emotiva, rivelando con i suoi lavori l’immane crudezza della realtà.”
Nel percorso: A tattoo of the logo of Rijeka’s Museum of Modern and Contemporary Art Rijeka (2013), performance realizzata nelle settimane successive alla sua nomina a direttore del museo MMSU, in cui l’artista si fa tatuare il logo del museo sulle spalle; Community Spirit in Action (1998) realizzata in un peep show di Zagabria, in cui si mostra inerme disteso a terra, coperto solo da un panno, ai piedi di una spogliarellista; Untitled (1997), testimonianza della rimozione dei maestosi lampadari pericolanti della Chiesa di Sant’Ignazio, a Dubrovnik, sostituiti con lampadine industriali; Dubrovnik-Valencia-Dubrovnik (2003) dove l’artista, spogliatosi dagli indumenti, ciascuno dei quali provvisto di un bottone nero, ne strappa uno e lo cuce sulla propria pelle, usando ago e filo, come una medaglia.

LINK
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