Le luci in penombra di Gian Maria Tosatti

La nuova personale inaugurata nello Shed di HangarBicocca non guarda al passato: raccoglie le tracce che l’artista ha incontrato lungo la strada, fino ad oggi e fino ad ora

Gian Maria Tosatti si confronta per la prima volta con la dimensione pittorica e porta a Milano nello spazio dello Shed di Pirelli HangarBicocca la nuova personale NOw/here, a cura di Vicente Todolí, aperta fino al 30 luglio 2023. Nel percorso espositivo incontriamo due cicli di dipinti che dialogano con lo spazio attraverso scelte luminose attente e specifiche, Ritratti (2022) e NOw/here (2023). 

L’allestimento delle opere suggerisce allo spettatore una condizione di silenzio, solitudine e raccoglimento nel processo esperienziale della mostra, presupposti a cui l’artista ci ha abituati nel corso degli anni con i suoi interventi site-specific. In questo caso c’è, chiaramente, una differenza sostanziale nella lettura degli intenti e dei sentimenti, perché il visitatore non si muove tra architetture domestiche o industriali pervase da traumi generazionali, individuali e collettivi, in cui Tosatti costruisce dei dispositivi di interpretazione per le memorie che si trascinano dietro quei luoghi. Qui ci troviamo di fronte a una narrazione visiva che richiede un ascolto più intimo, un tipo di osservazione che permetta a chi guarda di riflettere le proprie intenzioni su queste tracce che l’artista ha raccolto lungo la strada e ha tradotto in materia pittorica.

In questo senso la scelta della luce, o meglio della penombra, è significativa, perché ci invita ad assumere un atteggiamento di silenzio, non soltanto della parola. Rilevante è infatti anche la collaborazione con Pasquale Mari, light designer e direttore di fotografia, in questo lavoro che lo stesso artista definisce “corale”. Mari ha concepito l’illuminazione dello spazio e ha saputo costruire forme geometriche e volumi di luce attraverso le zone d’ombra, creando delle dimensioni e dei momenti attorno a ciascun dipinto.

Gian Maria Tosatti, “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Non si tratta dunque di un’assenza, perché la luce c’è e rimbalza nello spazio anche attraverso NOw/here, le dieci opere in grafite e carboncino sospese a soffitto. Da dove vengono quei piccoli punti radianti che costellano lo sfondo grigio e austero? È proprio qui che si attiva quella costruzione di senso che, per questa volta, non è inserita nella cornice di un luogo o di una ricostruzione scenografica che porta con sé delle coordinate spazio-temporali, aiutando lo spettatore a ritrovarsi tra i reperti e le tracce di Tosatti. Adesso comincia un dialogo profondo e complesso con le nostre personali iridescenze, che probabilmente ad oggi ci riportano alle brutalità e alle atrocità che l’uomo è in grado di produrre contro se stesso, in cerca di una qualche sovraesposizione luminosa, come le lucciole che si vedevano in lontananza alle Tese delle Vergini dell’Arsenale di Venezia.

Certamente non è immediato ritrovare la storia della contemporaneità nell’astrazione pittorica, ma in fondo è proprio quello che intende l’artista quando dice che “il punto è traslare l’orizzontalità della realtà della cronaca nella verticalità della sua identità poetica, sono due tipi di narrazioni diverse ma vengono dallo stesso tipo di esperienza”. 
Le opere quindi sono soltanto delle testimonianze dei sentimenti che abitano questo tempo, che in fondo si ripetono nella storia dell’uomo, ci raccontano chi siamo e quanto l’animo non sia cambiato a dispetto di tutti i cieli di cui andiamo in cerca e che vogliamo conquistare. 

Gian Maria Tosatti, “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

L’importanza della storia è molto evidente nella poetica di Gian Maria Tosatti, non soltanto della storia dell’uomo ma anche di quella dell’arte. Nei quattro Ritratti in oro e ruggine c’è molto della tradizione occidentale pittorica, a partire dall’utilizzo del primo elemento che richiama la pratica mosaica bizantina, i fondi oro della pittura del Duecento e del Trecento, ma anche la storia più recente e sperimentale degli anni Settanta. Proprio l’incontro con la ruggine crea un cortocircuito interessante anche dal punto di vista materico, oltre che da quello interpretativo. Due elementi che dovrebbero annientarsi a vicenda si accostano e producono delle forme, o forse, ancora una volta, delle resistenze che ci parlano dello spirito del tempo. 

Presentando la mostra Tosatti ha detto una cosa fondamentale, almeno per me: “Mi piace che ci sia una storia anche nei lavori, non solo la storia dell’umanità ma anche una storia dell’arte. Non bisogna negare e fare una cosa nuova, si fa una cosa in più. Come Napoli, che è una città di addizioni e non di sovrascritture”. 
Infatti Napoli è la mia città preferita, dopo Roma. 

Gian Maria Tosatti, Ritratto #004, veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio
Bianca Penniello
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