Fabrice Hyber riporta in vita la foresta di Venezia all’Espace Vuitton

In concomitanza con la Biennale Architettura 2023, l’artista francese ha creato un’installazione site specific per riflettere sulle future minacce ecologiche

Portare a Venezia un progetto che parla della città non è mai semplice, soprattutto se tra i materiali scelti per realizzarlo c’è anche il vetro. L’artista francese Fabrice Hyber ha colto questa sfida e, prendendo ispirazione dalla parte di Venezia che non si vede, quella dei pali nascosti sott’acqua che sostengono la città e le sue isole, ha ridato vita a una foresta di vetro all’interno dell’Espace Louis Vuitton. Una grande vetrata colorata incornicia lo spazio espositivo all’ultimo piano della boutique e invita il visitatore a entrare nella Foresta Invisibile: qui l’artista ha immaginato che gli alberi prendessero vita e crescessero all’interno dello spazio insieme a dipinti e tronchi.

«Venezia è stata costruita su una vasta foresta di querce, larici e ontani. Di questi milioni di alberi, alcuni stanno tornando alla vita», ha raccontato l’artista. «A volte si intravedono nei riflessi, negli spazi segreti e nelle ombre di Venezia. Sono cristallizzati nel vetro. Ho immaginato una casa dentro un’altra casa, che confonda la percezione di ciò che è fuori e ciò che è dentro. Poi, nel vetro di queste case, appaiono gli alberi della Foresta invisibile».

La Foresta Invisibile, installation view

Con questa nuova installazione, aperta al pubblico fino al 7 gennaio 2024, l’artista vuole interrogarsi sulle future minacce ecologiche che il mondo dovrà affrontare, seguendo un percorso creativo che spesso Hyber ha paragonato al lento crescere delle piante. I suoi lavori esplorano infatti i confini tra arte e scienza, corpo e anima, uomo e natura, con un’attenzione specifica per gli alberi e il colore verde.

All’Espace Vuitton il visitatore entra nella foresta tramite un arco, uno di quelli che spesso si vedono lungo i canali di Venezia. Gli alberi sono dipinti su trentadue pannelli di vetro che si possono ammirare dall’interno e dall’esterno, in un gioco suggestivo di luci e ombre. Sul pavimento sono inoltre posizionati dei ceppi tagliati nelle paludi della Vandea, che sono stati posati per rappresentare un varco immaginario verso gli anelli del tempo e della memoria.

Disegno preparatorio per La Foresta Invisibile, © FABRICE HYBER, ADAGP, 2023

La pratica di Hyber si basa principalmente sulla pittura e sul disegno, ma negli ultimi anni si è avvicinato al vetro grazie al Centre International de Recherche sur le Verre et les Arts Plastiques (Cirva) di Marsiglia, un centro d’arte famoso per aver ospitato le sperimentazioni con il vetro di Robert Wilson, Larry Bell, Giuseppe Penone e Terry Winters solo per citarne alcuni.

La Foresta Invisibile, installation view

Per dare vita alla Foresta Invisibile, l’artista ha studiato e realizzato l’Hyberglass, un vetro dipinto con il vetro, un materiale che unisce trasparenza, colore e materia con un risultato magico. Per ottenerlo, l’artista ha studiato una pasta speciale che rimane trasparente anche dopo la cottura e che non riproduce la trasparenza piatta del vetro industriale. Grazie ai continui esperimenti e invenzioni insieme alla maestria di artigiani soffiatori in un laboratorio a Basilea, Hyber ha sviluppato una tecnica che gli consente così di lavorare il vetro come se dipingesse un acquerello. Dopo essere stato polverizzato, il vetro colorato viene quindi mescolato con l’acqua per ottenere un pigmento e per essere utilizzato su lastre di vetro cotte in forno ad alte temperature.

Il vetro è un materiale magico, fonde quando viene riscaldato e si indurisce quando si raffredda, ma non smette mai di riflettere la luce, soprattutto quella dei canali di Venezia.

Disegno preparatorio per La Foresta Invisibile, © FABRICE HYBER, ADAGP, 2023
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Francesca De Pra
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