Ad Atipografia, la prima personale di Josh Rowell esplora il divario tra il regno naturale e l’universo digitale, mostrando i fili nascosti che li uniscono
Josh Rowell è un simpatico ragazzo con gli occhi chiari e berretto nero che viene dalla Gran Bretagna, di professione artista. Entro in contatto con lui e con la sua opera perché da Atipografia ad Arzignano (VI) c’è la sua prima mostra personale dal titolo Rhizoma, a cura di Andrea Maffioli, aperta da sabato 7 ottobre 2023 a sabato 20 gennaio 2024.
La mostra, attraverso una serie di installazioni multimediali, dipinti e disegni, approfondisce la connessione simbiotica tra regno naturale e universo digitale, il titolo stesso significa una modificazione del fusto delle piante erbacee la cui principale funzione è di immagazzinare amidi e proteine e consentire così alle piante di perennare (sopravvivere a una stagione sfavorevole) sottoterra. Il termine subì uno slittamento dalla botanica alla semantica, quando venne adottato da Gilles Deleuze e Felix Guattari, teorici postmoderni, per descrivere un modello semantico acentrico e non gerarchico, un processo di esistenza e crescita da opporre ai tradizionali modelli ad albero, imperniati sui concetti di centro e gerarchia. Oggi viene esattamente a livello di immagine, di schema usato per identificare il web, Internet, un grande ramificare di informazioni tra le persone.

Le opere in mostra come i Painting Language fondono i codici digitali con le formule matematiche che giostrano il mondo naturale, la grande installazione al centro degli spazi di Atipografia ci ricorda quanta verità ci sia nelle frasi “Sempre connessi” e “Mai soli”, quasi un monito di come delle frasi possano dare certezze ma anche scardinarle. I mosaici invece ci ricordano quanto fondamentale sia il linguaggio web dei Meme che se ben usati possono fare riflettere. Il tutto diventa estremamente pop quando un mosaico riporta il post più likettato della Kim Kardashian post Covid 19 che parla della sua super festa. Le sue fotografie ricordano luoghi ancora non esplorati, ancora non violati.
È interessante come Josh si identifica: “Sono un pittore”, mi dice raccontandomi il suo percorso creativo, che di pittorico ha solo il medium perché molto proviene dalla grammatica che decide di utilizzare per le opere e il loro contesto. Josh ci ricorda che il linguaggio è importante a più livelli e che tutti i linguaggi – da quelli della natura al mondo digitale – ci ricordano che siamo qui, ora, ma non in eterno, e che forse dovremmo riflettere sulla questione tempo, vita e velocità con più attenzione e dedizione nei particolari.
La mostra punta il divario tra due mondi diversi, il regno naturale e l’universo digitale, mostrando i fili nascosti che di fatto li uniscono. Le persone navigano sempre più in un mondo connesso digitalmente, per cui diventa fondamentale riflettere sui parallelismi con il regno naturale. Partendo da questo e prendendone ispirazione, Josh Rowell racconta le affascinanti somiglianze con i meccanismi della sfera digitale.

La mostra è davvero unica nel suo genere e come sempre nel caso di Atipografia c’è una combinazione di elementi che riportano all’importanza della qualità degli artisti in mostra e del loro raccontare il tempo in cui vivono, ognuno con i propri linguaggi.
Nella periferia del profondo Veneto ancora una volta, accadono cose sublimi come questa personale di questo giovane inglese che vi invito a non perdere.
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