Leo De Luca, quando l’arte è di casa

LAMB è uno spazio sperimentale che mira a essere un vero e proprio laboratorio dedicato alla ricerca artistica. Nasce a Mestre (Venezia) nel 2022 nel chiostro di M9 Museo del Novecento e a pochi passi da marina bastianello gallery, a cui è legato a partire nel nome: LAMB unisce infatti Laboratorio (Lab) e Marina Bastianello (mb, la “casa madre”, letteralmente). Andiamo a conoscere il suo direttore Leo De Luca: classe 1999 e figlio, appunto, di Marina Bastianello. 

Togliamoci di mezzo la domanda di rito: essere un figlio d'arte è un'opportunità o genera ancora più ansia da prestazione (o entrambe)?

Mi sembra chiaro sia una grossa opportunità! Da sempre ho avuto la fortuna di circondarmi di arte e penso che questo abbia influenzato in parte il mio gusto personale. Ricordo molto bene le prime mostre di mio padre in via Mestrina con la sua “Antigallery”, ricordo ancora la grafica degli inviti: uno Shiraga coperto da un telo bianco. Ricordo, inoltre, le prime mostre di mia madre in via Torino a Mestre, accompagnate da un fortissimo afflusso di ragazzi giovani e pieni di vita ai miei occhi di dodicenne, già in quel periodo avevo capito che il mondo dell’arte era parte di me. D’altro canto, bisogna anche dare il merito ai miei genitori: mio padre, il quale non solo mi ha insegnato certe logiche che stanno dietro al mercato dell’arte, ma è stato “il primo” in famiglia a portare l’arte in casa; mia madre, invece, è la fonte di ispirazione totale per il percorso che non solo sto intraprendendo con LAMB ma più in particolare quello personale: testa bassa e rigare dritto!

Come è nata la volontà di dirigere una galleria? È quello che vorresti fare da grande?

La scossa è stata una forte delusione, un sogno di due persone che invece è diventato un solo.
Poi, di base, la volontà c’è sempre stata. Sono stato al fianco dei miei genitori durante le loro varie mostre e il loro mondo è sempre stato intrigante ai miei occhi. Sicuramente LAMB mi accompagnerà nella scelta del mio futuro! Il mondo dell’arte e, più nello specifico, dirigere una galleria o un museo è certamente il sogno.

Qual è la tua formazione? Cosa hai studiato, o stai studiando?

Ho frequentato il liceo classico, dopo la maturità ho frequentato per tre anni il corso di Giurisprudenza presso la Facoltà di Trento ma ho capito di non appartenere a quel mondo. Al momento studio allo Iuav, Fashion Communication, indirizzo che mi sta aiutando moltissimo nel proseguimento della mia attività a LAMB dal punto di vista organizzativo. Sto lavorando all’interno di molti gruppi per altrettanti progetti universitari che non sono costituiti unicamente da un aspetto grafico e comunicativo, ma anche dal punto di vista di art direction, ed è proprio in tale ambito che accresco le mie skills per il futuro.

Magazines by Acido Lattico
A proposito di Mestre: aprire una galleria in una città che sta lentamente costruendo un suo panorama - indubbiamente interessante - di spazi e occasioni dedicati al contemporaneo è una difficile sfida ulteriore o, soprattutto, una possibilità?

Ormai da vent’anni i miei genitori hanno deciso di puntare principalmente su Mestre, la loro idea era di portare l’arte al di fuori del centro storico di Venezia e riversare l’arte contemporanea in spazi più industriali, come quelli di Via Torino, o nuove strutture all’avanguardia come quella del Museo M9.
Per questi primi due anni di LAMB ho avuto la possibilità di avere un piccolo spazio all’interno del Distretto Museale di M9, rimanendo quindi vicini alla galleria “madre”. La mia personale prospettiva futura di LAMB, ahimé, non è a Mestre. A volte penso ad una apertura a Milano… chiedere il perché mi sembra al quanto scontato, trovo che sia la città italiana più vicina ai miei interessi e una città, comunque, che ti può dare molto a livello di contatti sia nazionali sia internazionali.

"Luogo e non luogo, nato dall’esigenza di creare movimento e nuove azioni culturali", così si definisce Lamb, che parallelamente alle esposizioni presenta una fanzine, realizzata con Acido Lattico. Quanto conta il pubblico di una galleria come Lamb? E quanto pesa avere uno spazio fisico da far vivere?

Fin da subito LAMB ha riscontrato un forte interesse sui giovani. Quando stavo pensando alle fondamenta di LAMB ho pensato ai miei migliori amici, tutti loro sono sempre stati curiosi nei confronti dell’arte e questo mi ha decisamente spronato. Da qui anche l’idea di una fanzine realizzata da Simone Bacci e Marco Cavazzin (Acido Lattico), questa è sempre accompagnata da un inserto/artwork dell’artista presente in mostra cosicché sia possibile iniziare una propria collezione d’arte. Lo spazio fisico è per me fondamentale, ma è altrettanto importante creare connessioni all’interno del territorio veneziano (vedi Mattia Ozzy B x Acidopen 07 – 09/04/23 by Acido Lattico – Forte Marghera, “Far Falle” un’installazione formata da 6 teloni da cantiere dipinti con vernici spray ed in seguito manomessi dall’artista tramite bruciature e squarci) e non solo (vedi PopUp 14 – 16/10/22 by LAMB x Habitat Ottantatre – Verona, la mia idea era quella di ricreare un ambiente para-fieristico durante appunto ArtVerona 2022, quindi suddividendo i grandi spazi di Habitat Ottantatre in veri e propri stand tanti quanti gli artisti rappresentati da LAMB).

Parliamo un po' di mercato dell'arte: hai in programma di partecipare a fiere? Se sì, quali e perché

Sì, parteciperò a The Others di Torino con Mattia Ozzy B. e ad Arte in Nuvola a Roma con Weichao Chen. Ho avuto il piacere di partecipare a The Others l’anno scorso, sono stato piacevolmente colpito dalla loro “freschezza” e dal coordinamento di Lorenzo Bruni. Invece Arte in Nuvola l’ho vista solo dall’ “esterno”, ovvero come visitatore, e l’affluenza di pubblico che ho percepito mi ha fatto pensare che anche questo potrebbe essere un buon palcoscenico per gli artisti di LAMB.

WIP – Work In Process by Mattia Ozzy B. Exhibition view at LAMB, 2023, ph. Nicola Morittu
Un direttore ventiquattrenne: se fossi un giovane artista italiano semplice (cit. Giulio Alvigini) saresti considerato emergente per almeno altri 20 anni (si scherza, ma neanche tanto). Pensi sia possibile, invece, affermarsi con autorevolezza come gallerista agli occhi dei collezionisti?

Per me essere giovane non vuol dire nulla, non è pregio e non è difetto. L’importante è mantenere un livello qualitativo tale che, quando presenti al pubblico (collezionisti compresi!) i lavori degli artisti, questi si chiedano se è possibile che sia frutto di ragazzi giovani come me.  Non per dire ma gli artisti di LAMB si spalmano in una decade, sono tutti nati tra il ’99 e l ’89.

Tra gli attori che popolano il sistema e il mondo dell'arte, che ruolo ha per te il gallerista (domandina facile, eh)?

Vedo il suo ruolo come quello di un manager, un manager che si divide tra attività e artisti. L’organizzazione in una galleria è tutto. Il gallerista, nel mio caso, è anche talent scout: non bisogna infatti pensare che non ci sia una ricerca costante sui nuovi gusti delle persone e, quindi, di artisti. Sono cresciuto con i miei genitori che giravano il mondo per trovare artisti, ora anche io nel mio piccolo lo sto facendo.

Che programmazione avrà Lamb? Come verranno individuati gli artisti?

Sicuramente fino al 10 novembre ci sarà in mostra la personale di Meghan Shawnee Littlewood con un testo critico di Eva Comuzzi. Dopo di che sto pensando di fare una collettiva che racchiude i primi due anni di attività di LAMB, quindi un’opera per ciascun artista stato esposto. Al momento ho già individuato un paio di artisti interessanti per il 2024, il segreto per “scovare” artisti è guardare, guardare e guardare in giro, e con in giro dico ovunque e sempre!

Nome di artista con cui vorresti assolutamente lavorare (sogna pure in grande!)

Ah, ora su due piedi ti direi Jacopo Benassi! L’ho conosciuto casualmente negli studi di Via Farini a Milano in occasione di una performance folle di Lorenzo Montinaro, devo dire tanta ma tanta roba loro due assieme. Il perché forse non lo so ancora ma quello stile “rozzo” e il suo modo di essere fanno sì che sia proprio con Jacopo che voglio avere una collaborazione, o più semplicemente un suo punto di vista su certi temi.

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Chiara Vedovetto
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